Un proverbio molto amato soprattutto dalle shopping addicted è “chi spende, meno spende” ovvero che acquistare prodotti di qualità e quindi più costosi, alla lunga conviene rispetto ad acquistare ciofeghe da pochi spiccioli. Ovviamente non sempre è vero e le shopping addicted lo sanno benissimo, ma ci sono casi, e uno in particolare, per il quale anche le spendaccione più accanite, possono dormire sogni tranquilli.
Io dormo sogni tranquillissimi da quando ormai quattro anni fa ho comprato il mio terzo aspirapolvere Dyson. Del primo ho fulminato il motore perché ho aspirato calcinacci – e senza mai pulire il filtro –, il secondo è ancora in mio possesso, insieme al terzo, il modello più recente e senza fili che accudisco come un neonato.

“chi spende, meno spende”: non è sempre vero, ma quando lo è bisogna darsi una svegliata
Maneggevole, bello ed elegante, aspira qualunque cosa, compresi i peli del cane ancora attaccati al cane, e lo si può usare ovunque, anche sulla pancia del marito quando si butta le briciole addosso.
I modelli hanno nomi suggestivi come Cyclone-Absolute o Animal, ma nemmeno così rendono l’idea del loro potenziale.
Ogni volta che lo impugno mi sento un Dio, anzi mi sento come i Men in Black a caccia di alieni, sparafleshio acari, ragni, formiche e qualunque forma vivente non superi almeno i cinque centimetri al garrese, e quando ho finito lo impugno stringendolo forte al petto e concludo con “Toccatemi tutto ma non il mio Dyson”. Perché il Dyson non è solo un’aspirapolvere, è una filosofia di vita. Se non ce l’hai, se hai solo una
volgare imitazione, non puoi capire.
In silenzio bramo anche il l’asciugacapelli Dyson con motore digitale rapido, ma ho i capelli corti e non so come giustificare la spesa.